OPEL TIGRA 1.6 16V
“Il coupe della nuova generazione”
ANNO: 1989
L’Alfa Romeo Spider Quadrifoglio Verde denominata “Duetto”, per meglio definire la vettura nata nel 1966 e prodotta in 4 serie fino al 1994, è un cult dell’automobilismo mondiale, un oggetto immancabile per i collezionisti di tutto il mondo.
Questa Quadrifoglio Verde grigio argento è tra le Spider che preferisco, lontana due decenni dal modello utilizzato nel film che l’ha consacrata ad icona mondiale di stile, ma non ancora così moderna come la quarta serie. Vettura di carattere, dall’estetica elaborata (soprattutto nella coda) e un po’ sopra le righe, ma utile a riportare l’attenzione del mercato su un’auto di grande immagine per il marchio.
Brutta a chi? Ottanta, ma con stile
E fu proprio per riaccendere i riflettori sulla celebre Duetto che nel 1983 si decise di presentare la terza serie, detta “Aerodinamica”. Fu un modello di rottura rispetto alla precedente “Coda Tronca”, non tanto per i contenuti tecnici, pressoché invariati rispetto alla serie 2, ma per le appendici aerodinamiche, all’inizio criticate dai puristi Alfa Romeo. In particolare mi riferisco al vistoso spoiler posteriore di colore nero e agli inediti paraurti con grandi fascioni in plastica nera. Ma Pininfarina, che firmò il disegno, ci vide lungo; se infatti l’Aerodinamica di questa Alfa Romeo Spider Quadrifoglio Verde non fu nell’immediato apprezzata in Italia, riscosse subito un grande successo all’estero, in particolare negli Stati Uniti.
Il nostro paese apprezzò più tardi l’estetica della terza serie, che, in fondo, non faceva altro che ricalcare lo stile di quel periodo.
In quel decennio infatti la moda portò ad un’esaltazione dell’eccesso più o meno in tutti gli ambiti ed il mondo dell’automobile non poté che adeguarsi, con vistose appendici aerodinamiche a decorare più o meno i modelli di tutti i segmenti, dalle utilitarie alle berline di rappresentanza.
La Duetto, mito che aveva fino ad allora attraversato 2 decenni, dovette adeguarsi e, pur mantenendo la sua eleganza, si adattò al cambiamento, ma senza strafare, come si conviene allo stile made in Italy.
Per la verità, nel caso di quest’Alfa Spider terza serie, gli accorgimenti estetici, già così vicini ai gusti americani, furono funzionali a ridurre notevolmente i costi di produzione, soprattutto in fatto di esportazione; la carrozzeria della terza serie infatti era già quasi pronta per il mercato statunitense che, per via delle normative allora vigenti in fatto di sicurezza, avrebbe altrimenti costretto la casa madre a delle onerose modifiche.
Nel 1986 la gamma di questa Duetto fu ampliata e si pensò di offrire una vettura più sportiva e meglio equipaggiata. La Quadrifoglio Verde si distingueva per un paraurti anteriore più avvolgente, minigonne, nuovi cerchi da 15’’ e degli interni più rifiniti, disponibili solo con selleria di colore grigio immersa in una moquette rosso fuoco. I colori a listino per la carrozzeria erano solo due: rosso pastello e grigio metallizzato chiaro. Unica scelta per il motore: il classico, divertentissimo due litri da 128 cv, l’ultimo a carburatori.
TRENT’ANNI FA: TRA MILANO E SANREMO
Proprio nel Febbraio del 1989, in occasione del festival di Sanremo, Raf presentava questo nostalgico brano, sipario di un irripetibile decennio.
Nello stesso mese, a pochi chilometri dalla cittadina ligure, questa Alfa Romeo Spider Quadrifoglio veniva consegnata.
CUORE ALFA
Il cinema è pieno di Alfa Romeo Duetto; credo sia una delle vetture più utilizzate nei film. Forse perchè la sua è una bellezza che trascende l’oggetto in sé e che racconta anche di sogni ad occhi aperti, di libertà con il vento tra i capelli. Quante vetture sono riuscite a trasmettere queste sensazioni per quasi trent’anni?
Michelle Pfeiffer, una delle attrici più apprezzate dei ’90 e ‘00, guida una bellissima Aerodinamica in “Tequila Connection”, titolo originale “Tequila Sunrise” (1988).