LANCIA GAMMA COUPÉ 2.5 I.E.
La bellezza prima di tutto
ANNO: 1998
Guidandola fuori città, lungo le interminabili lingue d’asfalto che attraversano le campagne, mi rendo conto che il motore è forse l’aspetto che mi sorprende di più in questa Fiat Coupé 2.0 Turbo 20v; il suono cupo dei 5 cilindri spinge quest’auto con una straordinaria progressione fin dai bassi regimi e il differenziale (quest’auto era tra le poche a montarlo di serie – Viscodrive) regala, soprattutto nel misto veloce, grande precisione nelle traiettorie ed una guidabilità che, ahimè, spinge ad affondare il piede destro sempre di più, fino a velocità da ritiro patente.
La Fiat Coupé, capolavoro di design, nacque nei primi anni novanta dalla matita di Chris Bangle, capo del Centro Stile Fiat. Sì, proprio lui: il designer americano, che pochi anni più tardi avrebbe stravolto la gamma BMW con una serie di modelli dapprima criticati, poi divenuti di grande successo (Sue la serie 1, la Z4, la x5, le serie 5 e 7, per citarne alcune), diede nuova vita, assieme a Pininfarina, a un segmento di mercato fino ad allora trascurato da Fiat, dando lustro ad un marchio che, in quel periodo, dedicava le proprie risorse alla produzione di utilitarie/medie dalle linee “familiari” e “politically correct”.
Nel 1994 vi fu il lancio commerciale: la Coupè Fiat fu uno squarcio nel cielo. Da subito scosse le opinioni dei più generando i consensi ammirati di chi aspettava da tempo il ritorno di una grande coupé all’italiana.
L’offerta in termini di motorizzazioni era soddisfacente, divisa tra propulsori aspirati e turbocompressi, con un turbo a 16 valvole posizionato al top di gamma.
Tuttavia, nel 1996, Fiat si superò e calò nel vano motore di questa meravigliosa 2+2 un 5 cilindri turbo da 220 cv in grado di proiettarla a 250 Km/h. Un vero missile pronto a sfidare, in termini di prestazioni, anche vetture ben più blasonate come, ad esempio, la Porsche Carrera 964: tutto questo senza spendere una fortuna.
Quello che Fiat servì alle case concorrenti fu dunque un cocktail micidiale: fascino italiano, facilità di utilizzo, costo contenuto e tanto, tanto divertimento.