LANCIA GAMMA COUPÉ 2.5 I.E.
La bellezza prima di tutto
ANNO: 1984
Design italiano e cuore giapponese per la stilosa utilitaria di Lambrate, che si è guadagnata di diritto un posto nell’esclusivo club delle “piccole bombe” targate ’80. Decisamente snob, vantava finiture e soluzioni tecniche fino ad allora sconosciute alla sua categoria; il suo tre cilindri turbo da 993 cc, infatti, le regalava prestazioni da duemila. Molti esemplari sono andati rottamati e le Turbo giunte intatte sino a noi sono poche.
Grazie alla passione di irriducibili estimatori, oggi la Innocenti De Tomaso Turbo vive una seconda giovinezza ed è diventata un’ambita auto storica oltre che un antidoto allo stress di tutti i giorni.
Provare per credere.
Icona del decennio
Era il 1982 quando la Innocenti, già da circa 5 anni proprietà dell’istrionico Alejandro De Tomaso, presentò la “Tre Cilindri”, riproponendo il capolavoro di Marcello Gandini (sì, proprio lui: il padre di Countach, Diablo, Stratos, EB110, ecc…) con una meccanica totalmente rinnovata. Allo scopo di rimpiazzare i vecchi motori Leyland, fu infatti siglato un accordo con la giapponese Daihatsu, per la fornitura di nuovi propulsori a tre cilindri: una scelta controcorrente per una piccola utilitaria. Assieme al motore, il “Sanyo CB21”, vennero cambiati numerosi organi meccanici, tra cui le sospensioni, che regalavano alla “piccola” un confort di marcia nettamente superiore.
Ma l’apice del progetto fu raggiunto un anno dopo, quando venne presentata la Innocenti De Tomaso Turbo, dotata dello stesso motore delle sorelline più piccole, ma con l’aggiunta di un turbocompressore e di un carburatore di tipo “soffiato” (come sulla mitica Maserati Biturbo).
Il risultato fu una mini-sportiva con una velocità di punta di ben 165 km/h ed un equipaggiamento da primato. Alzacristalli elettrici, quinta marcia ed un ambiente interno degno delle berline di classe superiore. Il cruscotto, ad esempio, prevedeva una strumentazione ricchissima, con tachimetro, contagiri e manometro del turbo; il tutto incorniciato dal bellissimo volante Momo a tre razze, rivestito in pelle e con un’inclinazione specifica per questo modello. La Innocenti De Tomaso Turbo era dunque una creazione a sé e non la semplice versione più allestita della “Tre Cilindri”.
Il prezzo era abbastanza impegnativo, ma in linea con l’esclusività del prodotto, con un listino di 10.560.000 Lire: più o meno come una Escort o una Kadett mediamente accessoriate.
Attualmente molta della documentazione ufficiale Innocenti è andata persa; per questo non esiste un archivio ufficiale ed i dati sono verosimili ma non precisi. Certo è che furono circa 6.000 gli esemplari prodotti; si stimano 3.000 unità equipaggiate con il Sanyo CB21: una di queste la vedete nelle immagini.
Il 1984 fu un anno ricco di successi musicali: per questo, scegliere il pezzo giusto da abbinare a quest’auto non è stato per niente facile. Serviva una canzone nata in Italia, una hit di grande successo.
In un certo senso, gli anni ’80 sono tutti qui.