MG METRO TURBO
Prova a prendermi
ANNO: 1974
La Lancia Fulvia è tra le poche vetture ad essere diventate simbolo di un’epoca.
Questa bellissima 2+2 nacque nel 1965 dal genio di Piero Castagnero, che si ispirò nientemeno che ad un’imbarcazione: un motoscafo Riva, per la precisione.
Da subito diventò una vettura richiestissima: sogno dei più giovani e scelta della clientela più agé, che desiderava distinguersi con un’elegante coupé all’italiana, ma senza spendere cifre folli.
Le vendite furono aiutate anche dall’impegno sportivo che questa vettura intraprese da subito: una brillante carriera costellata di successi che portarono Lancia Fulvia a vincere il “Campionato Internazionale Costruttori-Rally” del 1972, ovvero il mondiale che oggi conosciamo.
Fu proprio nel 1972 che Lancia decise di celebrare la vittoria al Rally del Principato di Monaco (v. piloti Mannucci e Munari) producendo Fulvia Montecarlo, vettura dotata di motore 1300 cc, con i passaruota allargati come quelli della sorella maggiore HF e con una livrea bicolore, molto simile alla vettura da corsa. Tocco finale: l’assenza dei paraurti ed un aspetto ancora più minaccioso e affascinante.
ESCLUSIVA E CORSAIOLA
Oggi, per via delle quotazioni in continua ascesa, Lancia Fulvia Montecarlo è una delle vetture più contraffatte del mercato di auto d’epoca: tra le varie ragioni, anche la facilità con cui si riesce a trasformare una normale coupé in una finta Montecarlo.
Proprio per questo, prima di acquistare questo gioiello rosso-nero e parcheggiarlo nel Garage di Passione Classica, ho dovuto verificare, telaio alla mano, la sua autenticità.
La mia Fulvia è una Montecarlo “3” del 1974, con targhe nere, documenti originali dell’epoca e Certificato Di Origine “Lancia Classiche”.
Grazie ad un massiccio restauro le sue condizioni sono davvero eccellenti; dalla carrozzeria alla selleria per arrivare al motore: la vettura è pronta da guidare.
Dopo uno scarso successo in fase di lancio nel 1972, questo pezzo di Adriano Celentano tornò prepotente in classifica nel 1974: innovativo e dirompente, proprio come Fulvia.
Si vocifera sia il primo Rap della storia italiana. “Prisencolinensinainciùsol”.
In “Come Imparai Ad Amare Le Donne” (1966) invece, ammiriamo una bellissima Fulvia Coupè da gara.