LANCIA GAMMA COUPÉ 2.5 I.E.

La bellezza prima di tutto

ANNO: 1981

Per molti è ancora l’ultima grande coupé Lancia che, a fine Settanta, propose uno stile in linea con le mode dell’epoca ma saldamente legato alla tradizione della casa torinese.

Disegno impeccabile con proporzioni praticamente perfette tra i volumi; innovativa ma elegante: proprio come una Lancia deve essere.

Cenni storici

Salone di Ginevra 1976

La linea della Lancia Gamma Coupé fu disegnata da Aldo Brovarone (Dino 246, Alfa Romeo Duetto), il quale portò al cospetto di Sergio Pininfarina un’idea più equilibrata di quelle proposte dagli altri illustri designer concorrenti al progetto, tra cui ricordiamo Paolo Martin, padre della bellissima Fiat 130 Coupé.

Il finto “montante” sopra il lunotto come puro vezzo estetico, la coda di rondine come eredità della precedente Coupé 2000 e la scalfatura laterale lungo tutta la fiancata, resero subito questa gran turismo una delle auto più affascinanti del suo tempo; spigolosa ed affilata senza essere eccessiva, è considerata ancora oggi tra le più riuscite due porte di Pininfarina. Gli interni realizzati da Piero Stroppa, tra i primi ad essere progettati al computer e non su modelli lavorati a mano, ben si abbinavano allo stile della carrozzeria, creando un insieme raffinato ed innovativo; i pannelli porta con i tipici maniglioni curvi ed i poggiatesta anteriori perfettamente integrati ai sedili rappresentano un chiaro esempio di ricercatezza ed originalità. Accolta al lancio con i più lusinghieri favori della stampa, la Gamma Coupé era considerata (persino oltremanica) degna erede di una grande tradizione automobilistica. Presentata assieme alla berlina proprio al Salone di Ginevra nel 1976, riprendeva la meccanica della sorella a quattro porte salvo il passo, accorciato di 11,5 cm rispetto a quest’ultima. Prodotta quasi totalmente alla Pininfarina di Grugliasco per poi essere completata a Torino, proponeva due motorizzazioni: un boxer 2500 (2484cc) ed un suo derivato 2000 (1999cc), quest’ultimo pensato soprattutto per evitare l’IVA al 38% che in Italia colpiva le cilindrate oltre i due litri. Alcuni problemi tecnici circoscritti ai primi esemplari (uno tra tutti lo slittamento della cinghia di trasmissione), consegnati frettolosamente su volere della dirigenza per evitare ritardi e conseguenti perdite di denaro, vennero risolti purtroppo durante la commercializzazione, compromettendo senza appello la reputazione di questa splendida auto.

Nel 1980 nacque così la seconda serie, cui appartiene il nostro esemplare, con delle migliorie difficilmente percepibili dall’esterno, ma che portarono ad un notevole livello di affidabilità la vettura; fu l’anno in cui venne introdotto il 2.500 con iniezione elettronica Bosch, che garantiva un funzionamento più regolare rispetto al precedente propulsore e dei consumi più ridotti. Fu aggiornata anche la scocca, grazie ad un trattamento di elettroforesi che ne aumentava la durata nel tempo. Esteticamente ci si limitò alla fascia posteriore che riportava le scritte identificative del modello, ai nuovi cerchi in lega da 15’’ (solo 2,5L) e alla calandra anteriore; all’interno invece una nuova plancia e qualche dettaglio, come l’orologio digitale. La Gamma Coupé cessò di essere prodotta nel 1984, dopo 6.789 esemplari, di cui appena 1.209 unità 2.5 i.e. seconda serie. Poi il vuoto. Con lei Pininfarina finì di progettare ex novo per Lancia ed il suo motore boxer fu l’ultimo ingegnerizzato dal marchio; questo aprì a nuove collaborazioni e segnò un cambio di logiche costruttive rispetto al passato.

Scheda tecnica

  • CARROZZERIA: Coupé 3 volumi
  • POSTI: 4
  • LUNGHEZZA: 448,5 cm
  • LARGHEZZA: 173 cm
  • ALTEZZA: 133 cm
  • PASSO: 255 cm
  • PESO: 1290 kg
  • MOTORE: Boxer Lancia iniez. elettr.
  • CILINDRATA: 2484 cc
  • POTENZA: 140 cv
  • ALIMENTAZIONE: Benzina
  • TRAZIONE: Anteriore
  • CAMBIO: Manuale
  • VELOCITÀ: 195 km/h

Alla guida – Agile e spaziosa

Grazie al pianale più corto rispetto a quello della berlina e al motore boxer che garantisce un baricentro più basso, la Gamma coupé al volante si conferma una sorpresa, soprattutto se si considerano le generose dimensioni del corpo vettura. Il tutto viene esaltato dal quattro cilindri 2,5 litri iniezione (codice motore “830A4.000”), lineare e progressivo; ben 195 all’ora di velocità massima contro i 181 della versione a due litri, rispetto alla quale vanta anche una ripresa decisamente più convincente. La maneggevolezza, specie nel misto stretto, ricorda coupé coetanee più compatte, con abitacoli ben più angusti di questa che, a tutti gli effetti, è una quattro posti comoda (omologata per 5), con grande spazio in larghezza e per le gambe degli occupanti; generosa anche la capacità del portabagagli. Il genio di Brovarone resta evidente se guardiamo la Gamma Coupé di profilo: filante, dall’aspetto quasi sottile che sembra sospeso a pochi centimetri dall’asfalto; un corpo vettura che cela sapientemente un’abitabilità da famiglia, superiore a molte berline dell’epoca. Pensate che la sua erede è la K Coupé del 1996: a voi le dovute considerazioni.

Lavori documentati –  La Lancia Gamma Coupé 2.5 I.E. di Passione Classica

Sono state poco più di 500 le 2.5 i.e. prodotte nel 1981, ancor meno con questo abbinamento che associa l’elegante color champagne esterno agli interni in pelle beige, calati nella moquette testa di moro. Ero in cerca di una seconda serie 2,5 i.e. proprio di questo meraviglioso colore, a mio avviso tra i più indicati per il modello. Già italiana, questa coupé è stata esportata in Germania e successivamente scovata grazie alle segnalazioni di un conoscente; il restauro è stato lungo ed è durato circa 3 anni tra imprevisti, battute d’arresto, ricerca dei ricambi e prove di vario genere. Tra coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione del progetto, va menzionato il Club Lancia Gamma Italia, i cui membri si sono sempre dimostrati disponibili ad aiutarmi condividendo utili informazioni. La vettura era già stata riverniciata e, nonostante ad un primo sguardo sembrasse in ordine, per la carrozzeria era stato scelto un beige metallizzato in linea con il modello ma sbagliato per questo esemplare. Ho così scoperto che la tonalità di uno stesso colore poteva subire variazioni a seconda del periodo in cui l’auto veniva assemblata; questo a causa degli accordi tra Lancia ed i fornitori, che nel corso degli anni potevano cambiare; l’approvvigionamento di vernici quindi non faceva eccezione. Smontando questa Gamma infatti è stato rinvenuto il colore d’origine, decisamente più chiaro di quello scelto per il primo restauro; ecco perché, come si può evincere dalle immagini, ho deciso di riverniciare questa Gamma Coupé nel rispetto della sua originalità. Lavori di carrozzeria a parte, l’aspetto più oneroso del restauro è stato senza dubbio quello meccanico, che ha costretto i tecnici a degli straordinari e Passione Classica ad un esborso fuori programma (v. foto), quantificabile in circa € 16.000,00 ricambi inclusi oltre, logicamente, al costo dell’auto (le fatture, come sempre, sono a disposizione). Il motore infatti è stato interamente smontato e revisionato; se quindi sono già poche le 2.5 prodotte, sono ancora di meno quelle che possano vantare una documentazione completa di fatture ed immagini dei lavori. Per questo bisogna diffidare dalle auto in vendita a prezzi da saldo che, molto spesso, hanno ben pochi interventi dimostrabili o solo qualche cambio olio alle spalle. Restaurare un’auto d’epoca costa caro ed è normale che, proporzionalmente ai lavori eseguiti, cresca anche il suo valore. La Gamma Coupé 2.5 I.E. di questa pagina è pertanto un’auto di indiscutibile fascino storico, spartiacque tra generazioni di lancisti; qui vengono condensate l’ingegneria italiana e la firma di Pininfarina dietro cui Brovarone sigla un vero capolavoro, forse il più bello del suo tempo.

Alla guida – Agile e spaziosa

Grazie al pianale più corto rispetto a quello della berlina e al motore boxer che garantisce un baricentro più basso, la Gamma coupé al volante si conferma una sorpresa, soprattutto se si considerano le generose dimensioni del corpo vettura. Il tutto viene esaltato dal quattro cilindri 2,5 litri iniezione (codice motore “830A4.000”), lineare e progressivo; ben 195 all’ora di velocità massima contro i 181 della versione a due litri, rispetto alla quale vanta anche una ripresa decisamente più convincente. La maneggevolezza, specie nel misto stretto, ricorda coupé coetanee più compatte, con abitacoli ben più angusti di questa che, a tutti gli effetti, è una quattro posti comoda (omologata per 5), con grande spazio in larghezza e per le gambe degli occupanti; generosa anche la capacità del portabagagli. Il genio di Brovarone resta evidente se guardiamo la Gamma Coupé di profilo: filante, dall’aspetto quasi sottile che sembra sospeso a pochi centimetri dall’asfalto; un corpo vettura che cela sapientemente un’abitabilità da famiglia, superiore a molte berline dell’epoca. Pensate che la sua erede è la K Coupé del 1996: a voi le dovute considerazioni.

Lavori documentati –  La Lancia Gamma Coupé 2.5 I.E. di Passione Classica

Sono state poco più di 500 le 2.5 i.e. prodotte nel 1981, ancor meno con questo abbinamento che associa l’elegante color champagne esterno agli interni in pelle beige, calati nella moquette testa di moro. Ero in cerca di una seconda serie 2,5 i.e. proprio di questo meraviglioso colore, a mio avviso tra i più indicati per il modello. Già italiana, questa coupé è stata esportata in Germania e successivamente scovata grazie alle segnalazioni di un conoscente; il restauro è stato lungo ed è durato circa 3 anni tra imprevisti, battute d’arresto, ricerca dei ricambi e prove di vario genere. Tra coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione del progetto, va menzionato il Club Lancia Gamma Italia, i cui membri si sono sempre dimostrati disponibili ad aiutarmi condividendo utili informazioni. La vettura era già stata riverniciata e, nonostante ad un primo sguardo sembrasse in ordine, per la carrozzeria era stato scelto un beige metallizzato in linea con il modello ma sbagliato per questo esemplare. Ho così scoperto che la tonalità di uno stesso colore poteva subire variazioni a seconda del periodo in cui l’auto veniva assemblata; questo a causa degli accordi tra Lancia ed i fornitori, che nel corso degli anni potevano cambiare; l’approvvigionamento di vernici quindi non faceva eccezione. Smontando questa Gamma infatti è stato rinvenuto il colore d’origine, decisamente più chiaro di quello scelto per il primo restauro; ecco perché, come si può evincere dalle immagini, ho deciso di riverniciare questa Gamma Coupé nel rispetto della sua originalità. Lavori di carrozzeria a parte, l’aspetto più oneroso del restauro è stato senza dubbio quello meccanico, che ha costretto i tecnici a degli straordinari e Passione Classica ad un esborso fuori programma (v. foto), quantificabile in circa € 16.000,00 ricambi inclusi oltre, logicamente, al costo dell’auto (le fatture, come sempre, sono a disposizione). Il motore infatti è stato interamente smontato e revisionato; se quindi sono già poche le 2.5 prodotte, sono ancora di meno quelle che possano vantare una documentazione completa di fatture ed immagini dei lavori. Per questo bisogna diffidare dalle auto in vendita a prezzi da saldo che, molto spesso, hanno ben pochi interventi dimostrabili o solo qualche cambio olio alle spalle. Restaurare un’auto d’epoca costa caro ed è normale che, proporzionalmente ai lavori eseguiti, cresca anche il suo valore. La Gamma Coupé 2.5 I.E. di questa pagina è pertanto un’auto di indiscutibile fascino storico, spartiacque tra generazioni di lancisti; qui vengono condensate l’ingegneria italiana e la firma di Pininfarina dietro cui Brovarone sigla un vero capolavoro, forse il più bello del suo tempo.

Il motore è stato interamente smontato e revisionato; se quindi sono già poche le 2.5 prodotte, sono ancora di meno quelle che possano vantare una documentazione completa di fatture ed immagini dei lavori.

Prezzo

su richiesta

Innovazione ed eleganza: come Lancia insegna - L’accompagnamento

Arrivano gli Ottanta ed il mondo si prepara ad una rivoluzione culturale; la musica vede un nuovo anno zero con la nascita di MTV (Agosto 1981) ed è costretta a pensare diversamente alla sua immagine, nel senso letterale del termine (primo video in onda: “Video Killed The radio Star”- the Buggles). In Italia tra il Pop-Rock, il Post Punk/New Wave dalla Gran Bretagna e la musica cantautorale si vive un’epoca di fermento e moltissimi generi affollano le classifiche dei dischi più venduti: Orchestral Manoeuvres in the Dark, Nikka Costa, Dire Straits, Ricchi e Poveri, Phill Collins e John Lennon; nascono, proprio nell’80, anche i Litfiba. La cantante, modella ed attrice giamaicana Grace Jones pubblica Nightclubbing, il suo quinto album in studio, che la vede in copertina (diventata un cult della fotografia) indossare un completo Armani da uomo con un taglio di capelli molto corto ed una sigaretta. Figura androgina (oggi… “fluida”?), spiazzante, inno alla provocazione nel senso più alto del termine. Grace Jones è un’artista che utilizza voce, immagini e suoni istigando il confronto tra i due sessi e facendosi ponte tra razze, culture e generi musicali. La “Pantera”, così come è conosciuta ancora oggi, lascia fra le 9 tracce del suo lavoro una reinterpretazione di Libertango del maestro Astor Piazzolla, intitolata “I’ve Seen That Face Before”. Il pezzo è così ben arrangiato ed interpretato da vivere di identità propria. Questo fenomeno ha pochi precedenti nella storia della musica ed il brano diviene la “signature song” dell’artista, tanto che ancora oggi sono molti a credere che non sia un rifacimento di Libertango, ma la sua versione originale.

Tra atmosfere jazz e pop mischiate a quelle latine di Piazzolla, si viene catapultati nel mondo delle misteriose notti parigine, infestate da ambigue figure ed eleganti, seducenti incontri. Ecco il video:

Punti di vista

In rete si trova questo spot diretto al pubblico anglosassone; Si evidenzia il prodotto Gamma (disponibile oltremanica solo con motore 2.5) con un breve flash sull’offerta della Gamma Lancia. Questo fa riflettere non poco sulle qualità del made in Italy automobilistico a quel tempo e di come fossimo percepiti all’estero: eppure, nonostante questo inestimabile patrimonio non si è riusciti a conservare l’identità del marchio. Che tristezza.

Le auto del mio garage

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