LANCIA GAMMA COUPÉ 2.5 I.E.
La bellezza prima di tutto
ANNO: 1984
Gli intenditori la riconoscono. Dietro l’aspetto di una berlina datata, si cela un’eccellenza tecnica riscoperta da Abarth nelle competizioni e commercializzata da Lancia nei primi Anni 80. Le lettere “VX” sulla calandra stanno infatti per “Volumex”, il primo compressore volumetrico montato su un’auto di serie. 135 cavalli ed una fluidità di marcia sorprendente.
La prima al mondo
No, la fontana romana non c’entra nulla: il nome “Tre-vi” vuol dire in realtà “tre volumi”. Nata come estensione del progetto Beta, con un occhio alle vendite oltre confine e rivolta ad una clientela sobria, la Beta Trevi fu presentata al salone dell’automobile di Torino nell’Aprile del 1980. Direttamente derivata dalla Beta due volumi, ne condivideva pianale e motori: il 1.6, il 2.0 a carburatori ed il 2.0 i.e. La parte posteriore, completamente ridisegnata, ben si raccordava alle linee del frontale ed il profilo risultava equilibrato; l’innovativo cruscotto a “groviera”, subito non molto apprezzato, diventò col tempo il vero segno distintivo di un abitacolo spazioso e ben rifinito. Nello stesso stand, due anni più tardi, il 21 aprile 1982, la casa di Chivasso propose la “Beta Trevi Vx Volumex”, prima auto di serie al mondo dotata di compressore volumetrico. Vicino a lei la Delta Turbo 4×4 e la Rally (037); un’esposizione “sovralimentata”, riflesso di una casa automobilistica sempre alla ricerca di soluzioni tecniche innovative in campo sportivo e stradale. Il volumetrico a lobi rotanti era stato accantonato da tempo dall’industria automobilistica (apparve per la prima volta su un’auto nel 1919), ma Lancia decise di rispolverare l’idea e di produrlo in serie per la sua Beta tre volumi (così come per la coupé e per la Hpe), da subito offerta con una selleria rivestita in tessuto Ermenegildo Zegna a suggellare una collaborazione piemontese di altissimo profilo. Nel 1983 il modello fu aggiornato, fino a perdere la dicitura “Beta”, quasi a voler rendere il modello indipendente dal resto della gamma. Sparì la fascia grigio satinato al posteriore in luogo delle più moderne scritte identificative, furono disegnate nuove prese d’aria per i montanti posteriori e vennero allungati i rapporti al ponte e al cambio per ottimizzare i consumi. Il listino di 17.052.000 Lire era ben calibrato rispetto ad altre berline della fascia medio alta cui la Trevi apparteneva; tuttavia la concorrenza interna della Prisma (1982) non giovò alle vendite. Così, dopo 2 anni di produzione, la Lancia Trevi Volumex andò in pensione nel 1984; furono poco più di 3800 gli esemplari costruiti: un pezzo decisamente raro.
Alla guida – Diversa dalle altre
Un vero esempio di understatement applicato al mondo automobilistico. La Lancia Trevi Volumex oggi è una storica che si riprende il ruolo che le spetta: quello di una berlina equilibrata che racchiude in sé un bagaglio di eccellenza tecnica senza eguali e che, malgrado ciò, si concede solo qualche vezzo stilistico come lo spoiler anteriore. Degna di nota e comune a tutte le motorizzazioni, la “virgola” sopra il lunotto, nata per esigenze aerodinamiche, che impreziosisce la vista laterale dell’auto. Entrando nell’abitacolo si viene subito accolti dalla lana Zegna, che riveste sedili larghi e ben sagomati, simili a delle comode poltrone da salotto, mentre il caratteristico disegno della plancia contribuisce a rendere l’ambiente più sofisticato, con il cruscotto che prosegue sui pannelli porta abbracciando idealmente guidatore e passeggero. Su strada stupiscono l’equilibrio dell’assetto e la progressione del motore, con una potenza sempre a portata di mano. Il funzionamento del compressore volumetrico rispetto al turbo infatti, ha dalla sua l’assenza del turbo-lag (vero tallone d’Achille per le sovralimentate dell’epoca) ed una costanza nella progressione sconosciuta prima del 1984. I 135cv sono solo 13 in più rispetto alla sorella 2.0 i.e. aspirata, ma la curva di coppia è completamente diversa e conferisce alla berlina un’elasticità di marcia unica, che al tempo della commercializzazione non aveva eguali, se non tra le auto di cilindrata superiore. Per questo la rivista Quattroruote conferì alla Vx in prova 5 stelle a motore e ripresa: stesso giudizio anche a freni, a disco su tutte le ruote, al cambio e allo sterzo. Queste caratteristiche accentuano le doti del telaio, davvero ben bilanciato ed aiutato dalle sospensioni a ruote indipendenti. Ne risulta una vettura semplice da utilizzare, veloce, divertente nel misto stretto e sicura anche sul bagnato. Una storica da collezione blasonata e carica di tecnologia, che promette un incremento della sua quotazione.
La Lancia Trevi Volumex di Passione Classica
L’adesivo sul lunotto è ancora quello della concessionaria ufficiale che la consegnò nel 1984 e svela l’origine abruzzese di questa Lancia Trevi Volumex, la seconda a far parte della collezione. Dei 3800 esemplari costruiti è facile dedurre che ne siano rimasti pochi; questo per il naturale effetto del tempo che a volte manda al macero dei veri e propri relitti, a volte automobili funzionanti ma sacrificate dalle numerose campagne statali di rottamazione. A causa di ciò oggi non è semplice reperire una Lancia Trevi Volumex, specie se in eccellenti condizioni di conservazione come quella che vedete in questa pagina, verniciata di un elegante azzurro metallizzato (codice 415), abbinato agli esclusivi interni griffati Ermenegildo Zegna; proprio la selleria è stata curata mediante uno speciale trattamento a protezione delle fibre della lana, con tecnica professionale e prodotti specifici. Tagliando completo e fatture dei lavori svolti a disposizione, doppie chiavi a corredo.
Alla guida – Diversa dalle altre
Un vero esempio di understatement applicato al mondo automobilistico. La Trevi Volumex oggi è una storica che si riprende il ruolo che le spetta: quello di una berlina equilibrata che racchiude in sé un bagaglio di eccellenza tecnica senza eguali e che, malgrado ciò, si concede solo qualche vezzo stilistico come lo spoiler anteriore. Degna di nota e comune a tutte le motorizzazioni, la “virgola” sopra il lunotto, nata per esigenze aerodinamiche, che impreziosisce la vista laterale dell’auto. Entrando nell’abitacolo si viene subito accolti dalla lana Zegna, che riveste sedili larghi e ben sagomati, simili a delle comode poltrone da salotto, mentre il caratteristico disegno della plancia contribuisce a rendere l’ambiente più sofisticato, con il cruscotto che prosegue sui pannelli porta abbracciando idealmente guidatore e passeggero. Su strada stupiscono l’equilibrio dell’assetto e la progressione del motore, con una potenza sempre a portata di mano. Il funzionamento del compressore volumetrico rispetto al turbo infatti, ha dalla sua l’assenza del turbo-lag (vero tallone d’Achille per le sovralimentate dell’epoca) ed una costanza nella progressione sconosciuta prima del 1984. I 135cv sono solo 13 in più rispetto alla sorella 2.0 i.e. aspirata, ma la curva di coppia è completamente diversa e conferisce alla berlina un’elasticità di marcia unica, che al tempo della commercializzazione non aveva eguali, se non tra le auto di cilindrata superiore. Per questo la rivista Quattroruote conferì alla Vx in prova 5 stelle a motore e ripresa: stesso giudizio anche a freni, a disco su tutte le ruote, al cambio e allo sterzo. Queste caratteristiche accentuano le doti del telaio, davvero ben bilanciato ed aiutato dalle sospensioni a ruote indipendenti. Ne risulta una vettura semplice da utilizzare, veloce, divertente nel misto stretto e sicura anche sul bagnato. Una storica da collezione blasonata e carica di tecnologia, che promette un incremento della sua quotazione.
La Lancia Trevi Volumex di Passione Classica
L’adesivo sul lunotto è ancora quello della concessionaria ufficiale che la consegnò nel 1984 e svela l’origine abruzzese di questa Trevi Volumex, la seconda a far parte della collezione. Dei 3800 esemplari costruiti è facile dedurre che ne siano rimasti pochi; questo per il naturale effetto del tempo che a volte manda al macero dei veri e propri relitti, a volte automobili funzionanti ma sacrificate dalle numerose campagne statali di rottamazione. A causa di ciò oggi non è semplice reperire una Trevi Volumex, specie se in eccellenti condizioni di conservazione come quella che vedete in questa pagina, verniciata di un elegante azzurro metallizzato (codice 415), abbinato agli esclusivi interni griffati Ermenegildo Zegna; proprio la selleria è stata curata mediante uno speciale trattamento a protezione delle fibre della lana, con tecnica professionale e prodotti specifici. Tagliando completo e fatture dei lavori svolti a disposizione, doppie chiavi a corredo.