LANCIA GAMMA COUPÉ 2.5 I.E.
La bellezza prima di tutto
ANNO: 1984
Volevate le “bombe” anni ’80? Ecco una delle più sorprendenti.
Una piccola supercar da soli 3,4 metri. E quando dico supercar faccio sul serio: qui c’è lo zampino di Lotus…Guai a chiamarla Austin: i puristi si potrebbero offendere. Lei è una MG da collezione.
Tra competizioni e sfide
Nel 1980 la British Leyland presentò la Metro: un design squadrato, spigoloso ed innovativo, a celare una meccanica obsoleta quanto efficace come quella della Mini. La vettura piacque e le vendite furono da subito incoraggianti (specie in Gran Bretagna), tanto da far respirare le casse dell’azienda che al tempo attraversava un periodo tutt’altro che facile. Nel 1982 il neonato gruppo Austin Rover decise di commercializzare con il marchio MG la versione sportiva dell’utilitaria, equipaggiandola con un 1300cc aspirato da 72cv. Questa scelta non fece che alimentare ulteriormente l’immagine da piccola ed agile sportiva della Metro, tanto che il pubblico confermò l’apprezzamento per il modello con una richiesta sempre crescente. La casa madre cavalcò nell’immediato l’onda del successo e battezzò lo stesso anno una sportiva ancora più prestazionale: la MG Metro Turbo, una 1.3 sovralimentata sul cui sviluppo si cimentò nientemeno che Lotus. Le modifiche interessarono il propulsore, l’assetto e vari aspetti della meccanica ma, come spesso accadeva per ragioni di affidabilità e di strategia marketing, si limitò la potenza della pepata inglese a 90-93cv, per omologarsi ai competitor e non rischiare di spaventare la clientela con cavallerie esagerate. La piccola MG si guadagnò di diritto un posto d’onore tra le piccole “bombe” del suo decennio, diventando agilissima nel misto stretto, laddove le doti telaistiche della compatta potevano spiccare rispetto all’agguerrita concorrenza. La carrozzeria bicolore, le vistose scritte rosse “Turbo” sulle fiancate, i pronunciati spoiler anteriore e posteriore e gli interni con i sedili sagomati in ambiente rosso donavano alla “Super-Metro” un’aria minacciosa perfettamente in linea con le mode dell’epoca. Nel 1984 venne presentato il primo di una lunga serie di aggiornamenti del modello (non definibili nemmeno restyling) concentrati su alcune finiture e colorazioni. In realtà la Metro Turbo venne mandata in pensione nel 1990 senza cambiamenti sostanziali, ma con un palmares sportivo di tutto rispetto, guadagnato in numerose competizioni (la più famosa è forse quella legata al gruppo “B”). Considerevole il numero di auto prodotte, ma la maggior parte degli esemplari fu destinata al mercato interno, quindi con guida a dx. Di quelle giunte nel resto d’Europa rimangono oggi poche superstiti: gli incentivi di rottamazione degli anni ’90 ne fecero incetta, mandando al macero quasi tutti i telai.
Ecco perché oggi vedere una Metro Turbo è davvero raro: peccato.
Alla guida – Mantiene le promesse
L’aspetto esteriore della Mg Turbo promette fuoco e fiamme a chi le si affianca al semaforo. All’interno i sedili sagomati sono rivestiti di tessuto grigio e la moquette è di colore rosso così come numerosi particolari della tappezzeria, cinture comprese. L’abitacolo è essenziale ma piuttosto spazioso se si considerano le dimensioni del corpo vettura. Un look corsaiolo dunque, che mantiene le promesse una volta girata la chiave. Questa Metro è infatti una brucia-semafori e nel misto stretto è praticamente imprendibile. Assetto rigido, pianale quadrato, pilota al centro, ruote agli angoli della carrozzeria: il vero “Go kart feeling” è questo, con il motore che spinge bene ed il manometro del turbo (per la verità piuttosto impreciso) pronto a segnalarci il limite di funzionamento. 90 cv sono più che abbastanza per divertirsi, ma restano solo un numero se non si considera il dato relativo al peso, di circa 850kg. Del resto la MG è stata concepita in Grand Bretagna, nella terra del “less is more”, concetto che quest’auto mette in pratica in modo eccellente. La Metro Turbo beve le curve una dopo l’altra senza il minimo rollio: piatta, dura e senza compromessi. Nessuna distrazione è possibile al volante, un po’ per la dotazione interna, piuttosto essenziale (si tratta pur sempre di un’utilitaria anni ’80), molto di più per il coinvolgimento che questa compatta sportiva sa regalare.
N.B: Attenzione al cool down dopo il divertimento: manca l’intercooler, quindi è saggio far raffreddare la turbina prima di spegnere l’auto.
Il restauro – La MG Metro Turbo di Passione Classica
Trovata per puro caso durante uno dei miei viaggi in cerca di auto, questa Metro Turbo è una delle ultime prodotte della prima serie. Arrivata al garage di Passione Classica, è stata sottoposta ad un restauro della carrozzeria rispettando gli standard originali, che la volevano bicolore grigio argento-nero, con gli adesivi applicati successivamente, realizzati su misura da uno specialista e posizionati secondo standard MG. Anche i cerchi sono stati completamente restaurati, nella struttura e nella verniciatura, così come i suoi introvabili tappi ottagonali (al tempo si perdevano con molta facilità), oggi perfettamente ricostruiti. Il tagliando meccanico è stato in realtà un restauro ed ha compreso, oltre agli altri interventi di routine, la sostituzione di tutti i liquidi, il kit boccole del cambio, la pompa del carburante con i relativi filtri, il restauro totale della turbina, del serbatoio, il cambio gommini delle valvole, la testa e la relativa guarnizione; solamente la parte meccanica ha inciso per circa 5.000,00 Euro sui costi (fatture a disposizione), ma il lavoro di restauro nel complesso è stato molto più oneroso. Cambiate anche tutte e 4 le bocce delle sospensioni Hydragas, acquistate direttamente in Gran Bretagna. A corredo vi sono tutti i libretti: service, istruzioni, uso e manutenzione e carta di circolazione. Le immagini in galleria mostrano solo alcune fasi della “rinascita”, che ha poi interessato tutta la carrozzeria, i cerchi e le serigrafie fedelmente riprodotte; oggi infatti questa “inglesina” è tornata a splendere dopo anni passati nel dimenticatoio. Rivolta ad una clientela alternativa, che ama distinguersi o che colleziona piccole compatte degli anni ’80, la MG Metro è una “must have” di indiscutibile fascino, con quel tipico stile british che saprà farvi sorridere anche dietro al volante. Targa Torino.
Alla guida – Mantiene le promesse
L’aspetto esteriore della Mg Turbo promette fuoco e fiamme a chi le si affianca al semaforo. All’interno i sedili sagomati sono rivestiti di tessuto grigio e la moquette è di colore rosso così come numerosi particolari della tappezzeria, cinture comprese. L’abitacolo è essenziale ma piuttosto spazioso se si considerano le dimensioni del corpo vettura. Un look corsaiolo dunque, che mantiene le promesse una volta girata la chiave. Questa Metro è infatti una brucia-semafori e nel misto stretto è praticamente imprendibile. Assetto rigido, pianale quadrato, pilota al centro, ruote agli angoli della carrozzeria: il vero “Go kart feeling” è questo, con il motore che spinge bene ed il manometro del turbo (per la verità piuttosto impreciso) pronto a segnalarci il limite di funzionamento. 90 cv sono più che abbastanza per divertirsi, ma restano solo un numero se non si considera il dato relativo al peso, di circa 850kg. Del resto la MG è stata concepita in Grand Bretagna, nella terra del “less is more”, concetto che quest’auto mette in pratica in modo eccellente. La Metro Turbo beve le curve una dopo l’altra senza il minimo rollio: piatta, dura e senza compromessi. Nessuna distrazione è possibile al volante, un po’ per la dotazione interna, piuttosto essenziale (si tratta pur sempre di un’utilitaria anni ’80), molto di più per il coinvolgimento che questa compatta sportiva sa regalare.
N.B: Attenzione al cool down dopo il divertimento: manca l’intercooler, quindi è saggio far raffreddare la turbina prima di spegnere l’auto.
Il restauro – La MG Metro Turbo di Passione Classica
Trovata per puro caso durante uno dei miei viaggi in cerca di auto, questa Metro Turbo è una delle ultime prodotte della prima serie. Arrivata al garage di Passione Classica, è stata sottoposta ad un restauro della carrozzeria rispettando gli standard originali, che la volevano bicolore grigio argento-nero, con gli adesivi applicati successivamente, realizzati su misura da uno specialista e posizionati secondo standard MG. Anche i cerchi sono stati completamente restaurati, nella struttura e nella verniciatura, così come i suoi introvabili tappi ottagonali (al tempo si perdevano con molta facilità), oggi perfettamente ricostruiti; Il tagliando meccanico è stato in realtà un restauro ed ha compreso, oltre agli altri interventi di routine, la sostituzione di tutti i liquidi, il kit boccole del cambio, la pompa del carburante con i relativi filtri, il restauro totale della turbina, del serbatoio, il cambio gommini delle valvole, la testa e la relativa guarnizione; solamente la parte meccanica ha inciso per circa 5.000,00 Euro sui costi (Fatture a disposizione), ma il lavoro di restauro nel complesso è stato molto più oneroso. Cambiate anche tutte e 4 le bocce delle sospensioni Hydragas, acquistate direttamente in Gran Bretagna. A corredo vi sono tutti i libretti: service, istruzioni, uso e manutenzione e carta di circolazione. Le immagini in galleria mostrano solo alcune fasi della “rinascita”, che ha poi interessato tutta la carrozzeria, i cerchi e le serigrafie fedelmente riprodotte; oggi infatti questa “inglesina” è tornata a splendere dopo anni passati nel dimenticatoio. Rivolta ad una clientela alternativa, che ama distinguersi o che colleziona piccole compatte degli anni ’80, la MG Metro è una “must have” di indiscutibile fascino, con quel tipico stile british che saprà farvi sorridere anche dietro al volante. Targa Torino.