OPEL TIGRA 1.6 16V

“Il coupé della nuova generazione”

ANNO: 1995

Opel Tigra incarna l’energia contagiosa degli anni ’90: una coupé compatta che fece vibrare le strade con il suo design iconico e geniale, testimone di un’epoca d’oro. È stata l’oggetto del desiderio di moltissimi automobilisti. Oggi ha compiuto trent’anni, ma è ancora modernissima.

In fondo non servono decine di migliaia di euro per entrare nel mondo delle auto classiche…

Cenni storici

Gli anni d’oro Opel

Nei primi anni ‘90 al Centro Stile Opel di Rüsselsheim era in corso una rivoluzione stilistica; sulla scia del successo Opel Calibra, un progetto rischioso ma che stava ripagando l’azienda con risultati eccellenti, si decise di riproporre la stessa formula trasformando l’utilitaria Corsa in una coupé compatta. Fu scelto il disegno più audace, quello del Giapponese Hideo Kodama, che tracciò le linee di una 2+2 dalla linea originale; l’obiettivo era quello di arrivare al cuore dei giovani automobilisti. Nel 1993, al salone di Francoforte, venne svelato il prototipo; linee fluide e curve in un corpo vettura basso e compatto, caratterizzato da un importante montante laterale e da un enorme lunotto nero che abbracciava quasi tutto l’abitacolo. Opel realizzò di aver fatto centro un’altra volta ed iniziò così la produzione qualche mese più tardi, dando vita ad un nuovo segmento di mercato. Due i motori disponibili, Ecotec: 1.4 16v 90cv e 1.6 106 cv. Dinamica, ribelle, eccentrica: la Tigra, prodotta nello stabilimento di Saragozza, era basata sulla “Corsa B” e si proponeva sulla scia di Calibra, ma in chiave più giovane ed accessibile. Gli ingegneri e i designer di Opel, pur limitati da vincoli di costi e piattaforme condivise, riuscirono a confezionare un prodotto commercialmente perfetto, spinto da una strategia di marketing martellante, che associava l’auto a campioni dello sport, gruppi rock (v. Litfiba), programmi Tv dedicati ai giovani (v. Jammin Italia). Nonostante la Opel Corsa fosse un modello altrettanto riuscito ma più razionale, che offriva abitabilità ad un prezzo più contenuto, in molti non riuscirono a resistere alla Tigra, disposti a schiacciare amici e figli adolescenti nei mini sedili posteriori pur di parcheggiare nel proprio garage la piccola coupé. Una vera mania, che coinvolgeva adulti ma anche figli di papà, “Yuppies” dei ’90 pronti a vendersi l’anima pur di guidarla.

La concorrenza? Semplice: non c’era. Nel 1997 arrivò la Ford Puma, ma non impensierì minimamente la supremazia della piccola tedesca. Tigra fu venduta in Australia, America Latina, Gran Bretagna e, ovviamente, in Europa, fino a superare di slancio le 250.000 unità prodotte. Una vera icona anni ’90, ancora oggi seguita da una numerosissima comunità di appassionati.

Scheda tecnica

  • CARROZZERIA: Coupé
  • POSTI: 2+2 (post. per pass. con h max 160cm)
  • LUNGHEZZA: 392 cm
  • LARGHEZZA: 160 cm
  • ALTEZZA: 134 cm
  • PASSO: 243 cm
  • PESO: 1115 kg
  • MOTORE: Opel Ecotec 16v
  • CILINDRATA: 1598 cc
  • POTENZA: 106 cv
  • ALIMENTAZIONE: Benzina
  • TRAZIONE: Anteriore
  • CAMBIO: Manuale 5 rapporti
  • VELOCITÀ: 203 km/h

Alla guida – Si viaggia

I successi commerciali, come quello che ha visto la Tigra diventare un vero e proprio oggetto del desiderio durante tutti i ’90, hanno bisogno di più tempo per guadagnare il proprio spazio tra le auto storiche, specie se paragonati a modelli più esclusivi. Questo avviene perché è necessario che il modello si faccia “dimenticare” scomparendo per un po’ dalle strade, dando così possibilità ai nostalgici, qualche anno dopo, di rivalutarla come youngtimer. Così è stato per la Opel Tigra. Ci sono voluti trent’anni ma oggi rivederla impegnata nel traffico ha lo stesso effetto dirompente di quando si vedevano i primi esemplari uscire dalle concessionarie. Questa piccola coupé, oggi più di allora, è una delle auto stilisticamente più interessanti di tutto il parco circolante, specie se per un attimo dimentichiamo il brand cui appartiene, o evitiamo le solite nostalgie da generazione X. Alla guida è molto confortevole (almeno per i due occupanti anteriori), ed in circuito urbano sempre pronta a robuste ripartenze (106cv non sono pochi); tuttavia la Tigra sembra prediligere i percorsi extraurbani, forte di un cambio dalla rapportatura piuttosto lunga, che non la fa mai sfigurare nemmeno in autostrada, dove spingersi oltre codice è fin troppo semplice. Per renderla davvero sportiva basterebbe un assetto più rigido di quello originale, di fatto non certo morbido ma che, nella sua configurazione originale, resta un compromesso tra l’utilizzo urbano e quello extraurbano. Dati alla mano questa sportiva Opel ha saputo conquistare non solo il pubblico giovane a cui si era sempre rivolta, ma un target ben più ampio di quello per cui era stata progettata, donando ai suoi fan un sogno realizzabile ed un’esperienza di guida che ancora oggi fa battere il cuore.

Alla ricerca del blu –  La Opel Tigra 1.6 16v di Passione Classica

Ricordando la moda Tigra del tempo, che mi portò a guidarne una per diversi anni, ho recentemente trovato un esemplare che rispecchiava perfettamente i miei sogni adolescenziali: una splendida prima serie di colore “Ceramic Blue”, completa di spoiler originale Irmscher.  Acquistata nei dintorni di Verbania e sottoposta a un tagliando completo (olio motore, cambio, freni, distribuzione, pompa carburante…), è stata regolarmente iscritta ASI.  Oggi, bella come un tempo, rappresenta un’opportunità accessibile per chi desidera entrare nel mondo delle auto d’epoca, guidando un’icona originale degli anni Novanta.  Il suo prezzo di listino, per una versione 1.6 16V così accessoriata, sfiorava i 30 milioni di lire!

Alla guida – si viaggia

I successi commerciali, come quello che ha visto la Tigra diventare un vero e proprio oggetto del desiderio durante tutti i ’90, hanno bisogno di più tempo per guadagnare il proprio spazio tra le auto storiche, specie se paragonati a modelli più esclusivi. Questo avviene perché è necessario che il modello si faccia “dimenticare” scomparendo per un po’ dalle strade, dando così possibilità ai nostalgici, qualche anno dopo, di rivalutarla come youngtimer. Così è stato per la Opel Tigra. Ci sono voluti trent’anni ma oggi rivederla impegnata nel traffico ha lo stesso effetto dirompente di quando si vedevano i primi esemplari uscire dalle concessionarie. Questa piccola coupé, oggi più di allora, è una delle auto stilisticamente più interessanti di tutto il parco circolante, specie se per un attimo dimentichiamo il brand cui appartiene, o evitiamo le solite nostalgie da generazione X. Alla guida è molto confortevole (almeno per i due occupanti anteriori), ed in circuito urbano sempre pronta a robuste ripartenze (106cv non sono pochi); tuttavia la Tigra sembra prediligere i percorsi extraurbani, forte di un cambio dalla rapportatura piuttosto lunga, che non la fa mai sfigurare nemmeno in autostrada, dove spingersi oltre codice è fin troppo semplice. Per renderla davvero sportiva basterebbe un assetto più rigido di quello originale, di fatto non certo morbido ma che, nella sua configurazione originale, resta un compromesso tra l’utilizzo urbano e quello extraurbano. Dati alla mano questa sportiva Opel ha saputo conquistare non solo il pubblico giovane a cui si era sempre rivolta, ma un target ben più ampio di quello per cui era stata progettata, donando ai suoi fan un sogno realizzabile ed un’esperienza di guida che ancora oggi fa battere il cuore.

Alla ricerca del blu –  La Opel Tigra 1.6 16v di Passione Classica

Ricordando la moda Tigra del tempo, che mi portò a guidarne una per diversi anni, ho recentemente trovato un esemplare che rispecchiava perfettamente i miei sogni adolescenziali: una splendida prima serie di colore “Ceramic Blue”, completa di spoiler originale Irmscher.  Acquistata nei dintorni di Verbania e sottoposta a un tagliando completo (olio motore, cambio, freni, distribuzione, pompa carburante…), è stata regolarmente iscritta ASI.  Oggi, bella come un tempo, rappresenta un’opportunità accessibile per chi desidera entrare nel mondo delle auto d’epoca, guidando un’icona originale degli anni Novanta.  Il suo prezzo di listino, per una versione 1.6 16V così accessoriata, sfiorava i 30 milioni di lire!

Ci sono voluti trent’anni ma oggi rivederla impegnata nel traffico ha lo stesso effetto dirompente di quando si vedevano i primi esemplari uscire dalle concessionarie.

Prezzo

€ 7.200,00

L'importante è osare - L’accompagnamento

1995: nasce EBay, in Europa arriva la prima Playstation e Forrest Gump trionfa agli Oscar. Musicalmente da qualche anno è letteralmente esploso il fenomeno Eurodance; prende forma anche la “Dream House”, un sottogenere della House Music, caratterizzato da melodie sognanti e ritmi più morbidi. Il suo simbolo è “Children”, un successo planetario da oltre 5 milioni di copie vendute, firmato da Robert Miles. Roberto Concina (questo il suo vero nome), nato in Svizzera da genitori italiani ma cresciuto a Fagagna (Friuli), dopo anni come dj, nel 1994 compone questo capolavoro nel suo piccolo studio friulano, in una notte, con un budget di appena 150 sterline! Risultati incredibili per un brano strumentale, considerato inizialmente un pezzo lontano dalle classifiche. Un percorso simile tocca alla Opel Tigra, progettata come sfida al mercato nel 1994, ma che nel ‘95 diventa un’icona, proprio come Children.

Fun fact: il brano, nato originariamente per calmare i giovani dopo i rave-party, viene ispirato da alcune foto scattate dal padre di Miles a dei bambini, durante la guerra a Sarajevo.

Dagli archivi Rai...

Un servizio sobrio quello del TG1 per celebrare l’arrivo della Tigra: un successo annunciato.

Le auto del mio garage

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